Soprannome in parte arabo (da
Sid: signore) e in
parte spagnolo (
Campeador: vincitore) del cavaliere castigliano Rodrigo
Díaz de Vivar. Tipico rappresentante della turbolenta nobiltà
della Castiglia medioevale, combatté con la propria "masnada" (esercito
personale) a favore dei Cristiani contro gli Arabi, a seconda delle circostanze
e delle alleanze. In urto dal 1081 col proprio sovrano Alfonso VI, agì in
piena indipendenza fuori dalla Castiglia e conquistò Valencia (1094). Qui
governò sino alla morte. Seppure in disaccordo col proprio sovrano, non
osò mai rivolgere le armi contro di lui. Amato dai suoi soldati che lo
chiamarono
Sid, divenne il simbolo della
Reconquista spagnola
contro i Mori e della fedeltà feudale. Dopo la sua morte la moglie Donna
Ximena continuò a governare a capo degli Almoravidi fino al 1102. Poi fu
costretta a ritirarsi in Castiglia e portò con sé il corpo del
C. che venne tumulato nella Cattedrale di Burgos (Vivar, Burgos 1043 -
Valencia 1099). • Lett. - Circa mezzo secolo
dopo la morte del
C. ignoti giullari fecero di lui l'eroe del
Cantar
de mio Cid (Poema del Cid), il più importante poema epico del
Medioevo castigliano. Più tarda è l'opera romanzesca
Cantar de
Rodrigo (XV sec.), dove sono narrate le imprese giovanili di un
C.
ben diverso dal perfetto cavaliere protagonista del
Cantar de mio Cid.
Alla figura del
C. si sono ispirati un ciclo di
romances
(composizioni liriche) col titolo
Romancero del Cid e alcune opere
teatrali, tra le quali
Las mocedades del Cid (Le gesta giovanili del Cid)
e
Las hazañas del Cid (Le gesta del Cid) di Guillén de
Castro.